Novi Velia dai Greci ai Baroni

Novi Velia dai Greci ai Baroni

Dove:
Novi Velia
Descrizione:

Nella piazza principale, una Porta Greca del IV sec. a.C. e la Chiesa di Santa Maria dei Longobardi dell’XI sec. d.C.: basta questo per capire che siamo di fronte a uno dei borghi più belli in Campania.

Storia e territorio si fondono in uno scenario di bellezza senza pari, tra mare e monti, torri e chiese.

Arroccato a 648 metri s.l.m. su uno sperone del Monte Gelbison nell'alta valle del torrente Badolato, ha un campo visivo dal quale è possibile controllare un territorio estremamente ampio, punto nodale per il commercio e i traffici.

I ritrovamenti archeologici dicono che la fondazione della città risale al X sec. a.C..

Si sa, inoltre, che in epoca romana era un presidio sulla Via del Sale, che da Velia raggiungeva l’interno.

La prima notizia documentata dell’esistenza di Novi si trova in un diploma del 1005, con cui il principe di Salerno Guaimario IV fa dono dei suoi possedimenti a Luca, abate del monastero di Santa Barbara, sito in territorio “de Nobe”.

Fu sede del feudo detto "di Novi" costituito da cinque “Terre” (Novi, Cuccaro, Gioi, Magliano e Monteforte). Dal 1200 Novi è stato quasi ininterrottamente posseduto da feudatari molto autorevoli: Gisulfo del Magnia, Tommaso di Marzano, grande Ammiraglio del Regno, Antonello de Petruciis, primo ministro di re Ferrante d’Aragona, Ettore Pignatelli.

La lunga e complessa storia di Novi Velia trova un riflesso nelle sue testimonianze architettoniche ed artistiche. Nel borgo attuale risalta per maestosità la torre normanna a pianta quadrata; il Castello feudale, residenza del barone Tommaso di Marzano, il più antico castello longobardo, trasformato dai Celestini in Convento, le chiese, le cappelle, i palazzi nobiliari.

Novi è sede ogni anno del Festival degli Antichi Suoni, imperdibile appuntamento nel calendario eventi del Cilento.

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