Ecco un altro fenomeno carsico tra i più importanti in Italia: situato sul Monte Cervati, a oltre mille metri di quota, l’inghiottitoio di Vallivona è una vera e propria voragine, con pareti alte fino a 100 metri. Il sentiero per raggiungerlo non lascia presagire nulla dello spettacolo che riserva. L’inghiottitoio si trova infatti allo sbocco di una lunga galleria – circa 500 metri – che si inoltra nel buio della montagna. Dall’entrata, si vede appena una fioca luce in fondo, ma davvero nessun indizio di ciò che aspetta il visitatore una volta arrivato alla fine di questo tunnel.
Lì all’improvviso ci si trova sul fondo dell’inghiottitoio, intorno altissime pareti di roccia calcarea coperte di abbondante vegetazione, da terra una boscaglia di farfaraccio. Guardando in alto, l’orlo della voragine appare contornato dalla chioma di grandi alberi. E last but not least, da una fessura su una delle pareti, come un taglio nella roccia, con un salto di parecchi metri zampilla l’acqua di una piccola cascata: lo spettacolo è pura bellezza e emozione. Gli amanti di Jules Verne potrebbero tranquillamente definirlo Viaggio al centro della Terra.
L’inghiottitoio è il risultato del lavoro dell’acqua lungo milioni di anni. Risale al Miocene il flysch su cui l’acqua scorreva: l’inghiottitoio era una grotta di attraversamento, il percorso dell’acqua è leggibile nei condotti fossili posti al di sopra di quelli attivi. Questo ha permesso di capire che l’acqua di Vallivona altro non è che l’alta via del fiume Bussento, il meraviglioso fiume che ama giocare a nascondino lungo tutto il suo percorso, regalando una serie di risorgive e inghiottitoi in meno di 40 km di lunghezza.
E questo infinito lavorio fa sì che questo posto sia capace di regalare la sensazione unica di trovarsi in una dimensione altra, fuori dallo spazio e dal tempo.
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