La montagna con le conchiglie e l’Errore di Dio

La montagna con le conchiglie e l’Errore di Dio

Dove:
Monte Bulgheria
Adatto a:
Trekkers - Difficoltà E
Descrizione:

È una delle montagne più belle del Cilento, e si trova a pochissimi km… dalle spiagge di Palinuro!

Il Monte Bulgheria è infatti una propaggine dell’Appennino Lucano verso il mare, un “muro” di roccia che chiude la costa tra Camerota e Scario, tra la valle del fiume Mingardo e quella del fiume Bussento. Questa peculiare forma, una barriera a protezione della costa, ha dato origine a un microclima così mite da permettere a piante tropicali di crescere rigogliose al fianco della vegetazione tipica di montagna.

Reperti ritrovati nelle sue numerosissime grotte testimoniano come sia stato abitato fin dal Paleolitico. In antichità però non si chiamava così.

Deve infatti il suo nome ai soldati bulgari, mercenari al soldo dei Longobardi alleati dei Bizantini durante la Guerra Greco – Gotica: tutti i Comuni e i borghi che sorgono ai suoi piedi raccontano questa storia – Camerota, Celle di Bulgheria, Poderia, San Giovanni a Piro. 

I monaci basiliani arrivati in questo stesso periodo storico hanno lasciato la loro eterna traccia sul Monte Bulgheria: vi piantarono una preziosissima pianta, la liquirizia, che cresce anche oggi, 1500 anni dopo, ormai spontaneamente.

Geologicamente il Bulgheria è il risultato di movimenti di milioni di anni. La sua roccia carbonatica, formatasi nel Giurassico, nel Triassico e nel Cretaceo, ha origine marina. Lo testimoniano i fossili marini ritrovati sulla sua vetta: il Monte Bulgheria è la montagna con le conchiglie.

Questo tipo di roccia ha un’altra bellissima particolarità: quando il sole tramonta, diventa di colore rosa.

Quando si arriva in vetta il fiato manca, non per lo sforzo, ma per il panorama: lo sguardo può abbracciare, a 360°, le vette dei Monti cilentani Gelbison e Cervati, l’Appennino Lucano, l’Orsomarso, verso il Pollino, tutta la valle del fiume Mingardo, il mare di Palinuro, il Golfo di Policastro, la Costa di Maratea, la Calabria e l’isola di Dino e, nei giorni di cielo estremamente limpido, Stromboli e le Isole Eolie. Uno spettacolo unico, che ad ogni stagione si veste di colori e bellezza diversa.

La biodiversità osservabile lungo le sue pendici vale una visita almeno quanto i panorami appena descritti.

In uno spazio davvero ristretto, si osservano maestosi ulivi secolari a fianco di castagni secolari, felci e ancora frassini, lecci, carpini, corbezzoli, aceri, biancospini, e macchia mediterranea, con il pungitopo, la salsapariglia, l’alaterno, l’erica arborea, l’asparago, il lentisco, l’elicriso, la tagliamani, detta nel Cilento erba spartea, habitat della Galatea Italica, lepidottero endemico del Sud Italia inserito nella lista rossa dello IUCN perché a rischio estinzione.

E se fosse poco, qui crescono spontanee numerose orchidee, campi di origano, la citata liquirizia, la rosa canina, e la lavanda, la cui fioritura sulla roccia aspra regala uno spettacolo magico.

Alla lavanda è legata anche una leggenda, “l’errore di Dio”: si racconta che quando il Creatore stava dando forma al mondo, perse dalle sue mani dei semi di lavanda, che caddero solo su un fianco del Monte Bulgheria, quello più arido.  Non volendo però sprecare quel bene, il Creatore decise di dargli comunque germoglio, nonostante quella terra dura. Ogni fioritura sulla pietra nuda è quindi il ripetersi dell’“errore miracoloso”.

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