Il canyon della Naiade: Forra dell’Emmisi
Uno dei posti più suggestivi e meno conosciuti dal turismo di massa dell’intero Cilento: la Forra dell’Emmisi è senza dubbio uno spettacolo naturale d’incanto, un luogo che lascia senza fiato. Anche qui la meraviglia visibile oggi è il risultato del millenario lavorio dell’acqua, del suo inesorabile scavare la roccia.
Non distante dalla sua sorgente il fiume Faraone, nome con cui nasce il fiume Mingardo, si è aperto passo tra le litologie uniche del flysch del Cilento creando una gola lunga circa 500 metri, con pareti che raggiungono anche i 30 metri. Alberi secolari contornano questo scenario da favola, le loro chiome si chiudono a mo’ di volta e in alcuni punti impediscono al sole di penetrarvi.
L’acqua è di trasparenza surreale, e riflette le mille gradazioni di verde dei monumentali cerri e ontani che crescono tra le sponde del fiume e di grigio delle caratteristiche rocce del flysch, che sembrano tagliate e che da sole meritano una visita.
Il sentiero è frutto del recupero di una antica via, che per secoli ha permesso sia il collegamento che alcune attività, come ad esempio la produzione di calce: testimonianza viva e visibile di queste attività sono i forni in cui si produceva che si incontrano lungo il percorso, chiamati “carcare”.
L’ambiente assolutamente incontaminato è il regno della trota, della lontra, specie protetta che qui vive e si riproduce, di moltissime altre specie animali e vegetali.
Oltre la forra, costeggiando le sponde del fiume, si arriva al Pianoro della Mèlaina: il nome greco (mèlanos = nero) si deve molto probabilmente ai monaci italo – greci che ben conoscevano la zona.
Da non dimenticare poi che Mèlaina era il nome di una delle ninfe Naiadi, le ninfe delle acque dolci. Melaina è la ninfa amata da Apollo, e il suo nome, che significa appunto "il nero", suggerisce che proteggeva le acque sotterranee e i luoghi dove l’acqua “scende e scava”: quanto di più indicato per lo spettacolo di questa maestosa forra.
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