Il paese che dà nome al Golfo di Policastro, fondato intorno al VI sec.a.C., è noto in epoca greca come Pixous, ed è una base strategica per i commerci che, attraverso il Fiume Sinni, uniscono le rotte del Tirreno con quelle dello Ionio.
Pixous, come Poseidonia (la Paestum dei Romani) è infatti un centro nevralgico sul Mar Tirreno, colonia della ricchissima Sibari.
Passa poi a chiamarsi in epoca romana Buxentum, nome che ricalca “l’originale” greco e che ha a che fare con una pianta di cui la zona è da sempre e ancor oggi ricchissima: Pixous in greco e Buxentum in latino significano infatti Bosso, pianta che fin dall’antichità ha molteplici usi grazie al suo pregiatissimo legno. A titolo di curiosità ed esempio, la bussola si chiama così perché il legno che conteneva questo indispensabile strumento di navigazione era legno di bosso.
Intorno al VI sec. d.C. diventa sede vescovile. Nel VII sec. è edificato un castello bizantino, e il nome cambia nuovamente in Policastro. L’etimologia è chiaramente grecobizantina, da Polùkastron, termine che indica, appunto, il castello fortificato.
Nel 915 d.C. è attaccata dai pirati saraceni, che la distruggono completamente: alcuni superstiti superano Capo Palinuro a nord e fondano la Piccola Pixous, ossia Pisciotta. La città viene comunque ricostruita, poi conquistata dai Normanni di Roberto il Guiscardo, cui si deve un’ulteriore fortificazione (il Castellaro di Capitello) e la navata centrale della Cattedrale.
Sempre in epoca normanna, viene creata la Contea di Policastro, che con alterne vicende – specialmente, distruzioni dovute ad incursioni piratesche – dura fino al XIX secolo. I monumenti più importanti scandiscono la successione di queste epoche storiche, e meritano assolutamente una visita.
Policastro è infatti cinto da una muraglia, all’interno della quale si sviluppa il centro storico.
Si tratta di mura ciclopiche risalenti al 471 a.C., di chiara fattura greca, rimaneggiate in epoche successive e oggi in ottimo stato di conservazione: sono un esempio magnifico di poligonale italico in cui è possibile riconoscere tracce dell’architettura romana e poi medievale, in un mix davvero interessante.
Tra i personaggi illustri cui Policastro ha dato i natali, si annovera addirittura un imperatore romano, Flavio Libio Severo. Le fonti, specie Cassiodoro, riportano che fu imperatore nel periodo della fine dell’impero, dal 461 al 465 d.C., e che nei pressi di Castellabate sconfisse il re barbaro degli Alani Berigo, che aveva fatto del luogo oggi chiamato Piano della Corte la sua base militare.
All’epoca romana si deve anche l’assetto urbanistico, con cardi e decumani, ma le tracce storiche e le bellezze artistiche e architettoniche di questo piccolo gioiello abbracciano epoche successive, e consegnano oggi la bellezza di un borgo che merita di essere conosciuto non solo per le pur belle spiagge e il mare ma per molto altro.
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